“Anche oggi, come oramai da mesi, i commercianti di Assisi sono in piazza per manifestare il loro dramma e la loro preoccupazione per il futuro. Il loro slogan è #noidimenticati. E infatti, queste imprese sono dimenticate tra i dimenticati. Escluse da ogni forma di ristoro, sebbene rappresentino il commercio legato al turismo che da un anno è completamente azzerato.

Confcommercio Umbria sostiene totalmente la loro protesta e rinnova l’appello alle istituzioni perché accelerino gli aiuti promessi e individuino, anche a livello regionale, percorsi speciali di ristoro per queste attività”.

Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, torna ad affiancare le imprese di Assisi, così duramente colpite dalla crisi conseguente all’emergenza sanitaria, protagoniste di una manifestazione di protesta esemplare anche a livello nazionale, che non si rassegnano a scomparire nell’indifferenza. Una manifestazione di protesta civile nei modi, ma dall’alto valoro simbolico, forte e determinata nel messaggio che vuole trasmettere.

“Seguiamo con grande attenzione, anche attraverso la Confcommercio nazionale, l’evoluzione dell’emendamento alla legge di bilancio che avevamo chiesto e ottenuto, e che prevede un contributo a fondo perduto anche per questo tipo di attività economiche.

Il vicepresidente di Confcommercio Lino Enrico Stoppani incontrerà lunedì prossimo il ministro del turismo Massimo Garavaglia e porterà anche in quella sede la nostra richiesta di accelerare l’arrivo delle risorse per le nostre piccole imprese umbre, che sono parte integrante della filiera turistica, oggi azzerata”.

“La filiera legata al turismo da noi è allo stremo”, aggiunge il presidente di Confcommercio Assisi Vincenzo Di Santi. “Le nostre imprese, da Assisi città simbolo di pace e solidarietà, chiedono da mesi, con fermezza e dignità, un’attenzione particolare.

Mentre gli incassi sono del tutto azzerati, continuano a correre le utenze. C’è l’enorme problema degli affitti, che soprattutto in certe aree dei centri storici sono del tutto insostenibili in questo momento in cui il lavoro non c’è.

Occorrono interventi speciali e immediati. Il rischio è che le nostre bellissime città diventino buie scatole vuote”.

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