La CNA Umbria riscuote unanimi consensi nella convention dove vengono analizzati con precisione i tanti problemi delle piccole imprese.
“Accesso al credito bancario? Per le micro e piccole imprese le difficoltà continuano a essere tante. Per tornare a crescere occorre puntare sull’applicazione della ‘lettera R’ della legge Bassanini e sulla costruzione di una filiera della garanzia che coinvolga i confidi, Gepafin e il Fondo centrale di Garanzia”.
Ad affermarlo è Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria, che insieme a Fidimpresa ieri (17 ottobre, ndr), a Perugia, ha organizzato un confronto su “Credito 4.0. Nuovi strumenti finanziari per le imprese”, chiamando a parlarne relatori di primissimo piano, a cominciare da Federico Ghizzoni, già amministratore delegato di Unicredit Spa e ora presidente di Rothschild&Co Italia, Massimiliano Magrini, co-founder e managing partner di United Ventures, Paola d’Agostino, della piattaforma di crowdfunding Eppela, Fabio Petri, presidente di Artigiancassa – gruppo BNP Paribas, e la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini.
“I dati ufficiali parlano chiaro – prosegue Giannangeli -: solo negli ultimi cinque anni i finanziamenti alle imprese artigiane hanno subito un taglio del 25%. Al contrario, per le imprese medio grandi i volumi di credito hanno ormai superato i valori pre crisi. In Umbria oltre 76mila delle circa 80mila imprese attive hanno meno di 10 dipendenti, pertanto l’accesso al credito rappresenta un problema per oltre il 95% delle imprese locali. Ecco perché oggi chiediamo alla Regione Umbria di procedere con l’applicazione della cosiddetta ‘lettera R’ della legge Bassanini: uno strumento con il quale, come già avviene in altre regioni, si realizzerebbe una filiera regionale della garanzia composta dai confidi, dalla finanziaria regionale e dal Fondo centrale di Garanzia, in grado di convincere le banche a riallentare le maglie del credito verso le imprese di micro e piccole dimensioni”.
Una tesi confermata da Fabio Petri, presidente di Artigiancassa, la principale banca di riferimento delle imprese artigiane, ma anche un imprenditore senese che ha vissuto direttamente gli effetti positivi dell’applicazione della ‘lettera R’ in Toscana, dove viene utilizzata già da diversi anni.
Ma accanto al credito bancario si sono sviluppati altri canali di finanziamento a cui i vari tipi di imprese possono ricorrere. Per esempio i venture capital che, come illustrato da Massimiliano Magrini, “investono in imprenditori capaci di rimodellare i settori attraverso la tecnologia, aiutandoli nella crescita a livello internazionale”.
Paola d’Agostino, della piattaforma Eppela, ha affermato come il reward crowdfunding è uno strumento utile alla realizzazione di nuovi progetti e soprattutto alle neo imprese, spesso considerate non bancabili. Cna Umbria farà partire a novembre, proprio in collaborazione con Eppela, un progetto pilota dedicato alle neo imprese.
Dello scenario nazionale e internazionale nel corso del convegno della CNA Umbria ha parlato Federico Ghizzoni. “I fondamentali dell’Italia sono solidi. Il fatto che, nonostante tutto, nel panorama mondiale l’Italia continui a essere da tanti anni il secondo Paese manifatturiero dopo la Germania e sieda al tavolo insieme alle economie più forti al mondo, è la dimostrazione che il tessuto produttivo nazionale è solido. Ma gli investitori, costituiti soprattutto dai fondi pensione americani, hanno bisogno di chiarezza. Vogliono sapere cose semplici: l’Italia vuole restare nell’euro oppure no? Ci sono le coperture per la manovra? Quali sono le misure per la crescita? Rispondiamo a quelle domande e gli investitori torneranno ad acquistare i nostri titoli di Stato. Lo spread non è un’invenzione, è una cosa concreta, e il suo incremento produce danni alle imprese e al Paese”.
L’intervento conclusivo all’appuntamento della CNA Umbria è stato quello della presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, chiamata direttamente in causa sulla costruzione di una filiera della garanzia, che ha riconosciuto, come dimostra la stessa natura della Cna, che in Umbria occorrono politiche dedicate all’impresa diffusa, costituita in gran parte da micro-piccole imprese che probabilmente non hanno alcuna possibilità di crescere, ma che rappresentano comunque una realtà economica che produce occupazione e che va sostenuta per il ruolo sociale che svolge. Al tempo stesso la Governatrice ha ribadito che la Regione deve essere in grado di realizzare politiche che invece aiutino quelle imprese che hanno tutte le potenzialità per crescere e svilupparsi. “Ecco perché – ha concluso la Marini – accogliamo la proposta di Cna di andare all’applicazione della ‘lettera R’ della legge Bassanini per costruire una filiera del credito e sostenere il tessuto produttivo umbro”.