Aumento salariale mensile di 205 euro lordi per il prossimo quadriennio e, a carico delle imprese, fondi per integrazione sanitaria, sostegno alla maternità e paternità, cassa rischio vita e previdenza integrativa. Sono questi i principali punti contenuti nella piattaforma sindacale di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl) dei settori industria e cooperazione alimentare. Le richieste, già approvate da 300 delegati riuniti in assemblea, sono state presentate martedì 25 giugno a Perugia dalle organizzazioni sindacali regionali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil dell’Umbria.
Presenti i tre segretari regionali, rispettivamente Dario Bruschi, Michele Greco e Daniele Marcaccioli, i quali hanno anche illustrato le proposte relative al rinnovo dei Contratti provinciali dei lavoratori (Cpl) agricoli e florovivaisti di Perugia e Terni. Complessivamente in Umbria, sono circa 20mila i lavoratori stagionali o con contratti a tempo indeterminato interessati a questa doppia fase contrattuale.
“Il comparto agroalimentare – ha esordito Marcaccioli – è l’unico in Italia che ottiene buone performance. Nel 2018 ha aumentato la produttività di quasi il 5 per cento e si calcola che le esportazioni continueranno ad aumentare in maniera sostanziale. Vogliamo che questa ricchezza torni in parte anche ai lavoratori così da far ripartite i consumi interni, perché se i cittadini hanno maggiore possibilità di spesa è l’intera economia che ne trae giovamento”.
Nel comparto industria e cooperazione alimentare, oltre alla richiesta economica, la piattaforma dei sindacati è incentrata su welfare e previdenza sanitaria integrativa. “Oggi – ha spiegato Marcaccioli –, con il problema delle lunghe liste d’attese nella sanità pubblica, molti cittadini sono costretti a ricorrere a prestazioni erogate in regime privatistico. Agli attuali 10 euro che le imprese già versano mensilmente per ogni lavoratore sul fondo che rimborsa le spese mediche di dipendenti e familiari noi chiediamo di aggiungere ulteriori due euro. Lo stesso vale per il sostegno alla maternità e paternità: la nostra richiesta è di far versare alle aziende un ulteriore euro ai due euro già previsti mensilmente per integrare la maternità facoltativa coperta dall’Inps solamente per il 30 per cento”.
Altro fronte caldo è quello dei lavoratori agricoli che a luglio inizieranno un percorso democratico e di confronto sul rinnovo dei loro Cpl. Tra le proposte avanzate c’è anche in questo caso un adeguamento salariale e un welfare integrativo, ma anche la richiesta di istituire una rete del lavoro agricolo di qualità e un registro presso gli enti bilaterali dove depositare e verificare i contratti di appalto che le aziende firmano con le cosiddette cooperative ‘senza terra’, che si limitano cioè a prestare manodopera. “Qui – ha ricordato Bruschi – si possono verificare casi di caporalato, fenomeno purtroppo presente, se pur in forma lieve, anche in Umbria. Non è solo una questione di dignità e diritti dei lavoratori, ma anche una forma di concorrenza sleale nei confronti delle aziende oneste che sono la grande maggioranza”.
“Il salario minimo in Italia già esiste – ha concluso Greco – ed è quello ottenuto con i Ccnl tramite contrattazione, e che noi vorremmo estendere a tutte le categorie di lavoratori, anche a coloro che oggi ne sono esclusi. Vorremmo coinvolgere i lavoratori in tutte le fasi contrattuali e andremo anche nei posti di lavoro meno sindacalizzati per far conoscere a ognuno i diritti legati al Contratto”. “In merito al proliferare dei Ccnl – ha aggiunto Bruschi – è necessario che siano presi in considerazione solo quelli firmati dai sindacati più rappresentativi”.