Il caso Astaldi non è isolato, nelle prossime settimane in Umbria potrebbero emergere altre realtà in grado di generare effetti altrettanto devastanti”.

A lanciare l’allarme è Pasquale Trottolini, responsabile di Cna Costruzioni Umbria, che getta luce sulla ripresa di un fenomeno che sembrava essersi attenuato, quello dei tempi di pagamento.

“Negli ultimi mesi – afferma Trottolini – tra i soggetti pubblici, i soggetti privati e i privati che gestiscono risorse pubbliche sembra essere tornata di moda la vecchia abitudine di allungare all’infinito i tempi di pagamento alle imprese che prestano servizi o realizzano opere e manufatti. Come se il pagamento del corrispettivo fosse un elemento secondario del contratto di appalto! Le più colpite, tanto per cambiare, sono le imprese dell’edilizia e dei trasporti, che lavorano per mesi anticipando soldi per l’acquisto delle materie prime e per gli stipendi ai dipendenti, salvo trovarsi con le casse vuote per il mancato pagamento delle proprie prestazioni, che nella stragrande maggioranza sono state effettuate a regola d’arte”.

Il rischio è quello che, con il mancato rispetto delle direttive europee sui tempi di pagamento, si possano perdere ulteriori pezzi del sistema produttivo umbro, già falcidiato da una crisi che, in dieci anni, ha visto sparire oltre 2mila imprese solo nell’edilizia.

“Non capiamo come mai, perché e con quali giustificazioni ad allungare i tempi siano anche gli enti locali o i soggetti privati chiamati a svolgere una funzione pubblica – aggiunge Trottolini -. Le imprese, specie le più piccole, rischiano di fare la parte del vaso di coccio di un sistema che, di fatto, non riesce ad emergere completamente dalla crisi. E se dobbiamo essere sinceri la scarsità di risorse messe in campo, sia dal Governo che dagli enti locali, per realizzare nuove infrastrutture o fare manutenzione a quelle esistenti, non ci fa ben sperare per il prossimo futuro. Perciò – conclude il responsabile di CNA Costruzioni Umbria – chiediamo con forza che, nel più breve tempo possibile, ci sia una presa di coscienza chiara da parte di tutti gli attori politici, in modo che si adottino interventi legislativi e gestionali per trovare una soluzione”.

R.Q.

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