Tutto pronto a Terni, a Palazzo Gazzoli, per gli Stati generali dell’Ule, l’Unione Lavoratori Europei. Verrà presentato il programma del 2019 alla presenza di autorità nazionali e di altri Paesi. Appuntamento venerdì 19 ottobre dalle 10.30 alle 17.30 in via Teatro Romano. Il segretario nazionale, il 53enne Fabrizio De Santis, presenta così la giornata: “Abbiamo avuto la conferma della partecipazione di personaggi importanti e di relatori di livello internazionale”.
De Santis, da poco più di un anno a capo del sindacato, racconta come e quando è nato l’Ule: “Nel 2009 per iniziativa di alcuni deputati e di membri dei direttivi siciliani”. I riconoscimenti non mancano: “Abbiamo firmato sette contratti collettivi di lavoro nazionali (Terziario: Commercio/Turismo; Metalmeccanico e Installazioni impianti; Edilizia, Artigianato, Piccola e Media Industria e Impresa Edile; Stranieri: Badanti e Colf; AEM Management, Broker Coach e Agricoltura: Braccianti e Fioraisti); abbiamo l’Ente bilaterale, organismo nato per nostra volontà e di Compie (Confederazione Medie e Piccole Imprese Europee), che è l’ente con cui ci interfacciamo più spesso per gli accordi contrattuali. L’Ente bilaterale ha il compito di svolgere attività di ricerca, rilevamento e monitoraggio dei fabbisogni formativi e sviluppa relazioni e rapporti in ambito internazionale; abbiamo un centro di formazione riconosciuto dal ministero”.
Da quando De Santis è diventato segretario nazionale, l’Ule ha tentato di uscire un po’ dal suo essere Roma-centrico: “Stiamo sviluppandoci nei territori che erano stati lasciati un po’ indietro. Oggi siamo presenti in tutta Italia, in ogni regione c’è una sede dell’Ule. Cerchiamo di offrire servizi come Caf e Patronati agli enti legati al no profit e a chi fa parte della popolazione maggiormente svantaggiata”.
Il terziario è il settore in cui di più opera l’Ule: “Del resto, questo comparto rappresenta il 70 per cento delle imprese italiane”, ma come già visto poche righe più sopra il sindacato stringe accordi e firma contratti pure per l’edilizia, il commercio, l’agricoltura, il brokeraggio, le assicurazioni. Il punto di forza del sindacato, che ha la sede principale a Roma, è “privilegiare il fabbisogno delle imprese del terziario, verso cui i sindacati maggiori hanno meno attenzioni”. Continua De Santis: “Uno dei problemi dell’Italia è la paura che i più poveri hanno di entrare in un Caf per chiedere se si rientra nella fascia di reddito più povera: si vergognano. Noi lavoriamo per cercare e aiutare le categorie più svantaggiate”.
A Terni, dove si svolgerà venerdì prossimo la riunione degli Stati generali, c’è la sede nazionale dei Caf. Altri servizi restano al momento nella capitale. A proposito, ma non ci sono troppi sindacati in Italia? “Buona parte sono mere associazioni che sventolano numeri falsi di iscritti, sigle con membri neanche esistenti. Quelli veri sul territorio sono pochi”.